Forse da leggere -a]z, per cui si può pensare ad un ablativo retto dal participio dammišḫān ”(il paese di Hatti) (è) oppreso da . . . ”. Né si può del resto escludere la presenza di un elenco di situazioni negative da cui il paese di Hatti “è oppreso” (cfr. anche la riga finale del testo A.), per essere liberati dalle quali il sacerdote LÚḪAL si rivolge appunto alla dea Ištar di Ninive.
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La traduzione segue in linea di massima Collins 1997, 164 .: “I have handed over to you the land of Hatti (which) again (has been) damaged”. Contra Archi 1977, 300: “Ecco, ora ti ho riconsegnato il paese di Hatti oppresso”, dal momento che, vista la sua posizione, EGIR-pa non si riferisce a maniyaḫḫ-, ma piuttosto a dammesḫan.
Per la traduzione cfr. Archi 1977, 300; vedi anche Collins 1997, 164 che però non prende in considerazione la presenza della lacuna di ca. 15 segni.
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